In quasi tutte le società tradizionali le donne rispetto agli uomini hanno sempre vissuto situazioni di subordinazione e discriminazione; l'istruzione fino a non troppo tempo fa era limitata all’apprendimento di abilità domestiche, non avevano accesso a nessuna posizione di potere ed il matrimonio è stato quasi sempre considerato un mezzo necessario per garantire alla donna sostegno e protezione.
In caso di maltrattamenti o di mancato mantenimento una donna sposata aveva scarse possibilità di rivalersi.
Nel diritto romano la moglie era un vero e proprio “possesso del marito”; in quanto tale, la donna non godeva del controllo giuridico né della sua persona, né dei suoi figli, né delle sue terre, né dei suoi soldi. Anche durante il Medioevo, il diritto feudale prevedeva che la terra si tramandasse per discendenza maschile. Leeccezioni dell’antica Babilonia e dell’antico Egitto -dove le donne godevano dei diritti di proprietà- e a Sparta, dove amministravano di fatto l’economia, furono dunque fenomeni isolati.
Nel novecento nei paesi industrializzati la donna sembra aver definitivamente raggiunto l’uomo nei diritti sulla carta, ad esempio con il diritto al voto o alla possibilità di svolgere professioni una volta riservati all’uomo (ad esempio la carriera militare). Nel concreto, però, forme di violenza fisica, pricologica ed economica non si sono estinte e restano una piaga della società di cui le donne sono le uniche vittime.
Da un indagine condotta dalla regione Emilia Romagna risulta che nel 13% dei casi si tratta di violenza sessuale, nel 33% di violenza economica, nel 51% di violenza fisica e nel 65% di violenza psicologica. Il totale è superiore al 100% in quanto più donne hanno subito diversi tipi di violenza. In moltissimi casi (oltre l’88%) la violenza viene definita “domestica”, in quanto inflitta da partner o da ex partner (l’82%) oppure da parenti, nel 6,4% dei casi. Amici e conoscenti sono autori della violenza nel 4,5% delle occasioni, mentre il restante 7,1% ha come protagonisti sconosciuti. La violenza domestica è da intendersi come violenza maschile contro le donne in casa, che implica dunque una relazione di intimità o familiare.
La metà delle donne che si rivolgono ai centri per denunciare episodi di violenza si ritengono non autosufficienti dal punto di vista economico e questo dato è tanto più negativo se si pensa che è spesso lo stesso partner ad usare violenza. Metà delle donne non possono garantirsi l’indipendenza economica, e di conseguenza non possono garantirla ai figli; questo fattore determina che la maggior parte delle donne che subiscono violenza economica e psicologica la subiscono perché non si sentono economicamente autosufficienti e non vedono alternative alla situazione di cui sono vittime.
Negli ultimi mesi quello della violenza sulle donne è un argomento che apre i titoli di giornale quasi ogni giorno, nonostante sia un problema che esiste da sempre e che ogni tanto torna alla ribalta.Dare voce a questi fatti è importante perchè l’esposizione sui giornali e nei telegiornali del problema sensibilizza l'opinione pubblica ed orienta le leggi del governo. Ma se da un lato i mass media, attraverso la comunicazione riescono a rendere reali e di pubblica importanza questioni spesso sottovalutate, dall'altro hanno il potere di creare un clima di allarmismo.
Le violenze avvenute ultimamente nel nostro paese mettono l'accento sul fatto che registi di questi fatti sono gli immigrati quando in realtà solo il 10% degli stupri è da attribuirsi a loro. Questo accade perché alcune notizie vengono strumentalizzate, portando alla creazione di stereotipi. Ed ecco nascere un clima di tensione e xenofobia, con ronde di cittadini che si organizzano per pattugliare le strade della propria città e le aggressioni a stranieri che con i fatti criminali non centrano nulla.
Se quello della violenza sulle donne è un problema innegabile, è altresì indiscutibile che i media hanno il potere di pilotare l'opinione pubblica. L’unico modo per evitare di creare stereotipi è cercare di andare alla fonte della notizia per impedire la perdita di informazioni e la generalizzazione.
L’Avvocata Elena Bigotti, volontaria del Telefono Rosa, ha trattato il problema della violenza contro le donne dal punto di vista giuridico. L’avvocato ha messo in evidenza un punto debole delle leggi italiane: esse sono state redatte quasi esclusivamente da uomini, ed è per questo che troppo spesso risultano inefficaci nel risolvere problemi prettamente femminili. Un dato inquietante, ad esempio, mette in evidenza che in Italia le denunce contro gli atti di violenza avvenuti in famiglia vengano spesso scoraggiate dalle forze dell’ordine. A livello giudiziario, inoltre, un padre violento nei confronti della propria compagna in molti casi non viene valutato negativamente come genitore, mentre le due cose non dovrebbero essere scisse.
Un'altro dato che fa riflettere è che nel nostro Paese, la maggior parte degli atti violenti avviene nei confronti di donne emancipate, probabilmente perchè vengono viste dagli uomini come delle rivali.
Nonostante esistano validi centri per il soccorso delle donne che subiscono violenza fisica e/o psicologica, non sempre questi vengono pubblicizzati in modo adeguato. La psicologa Alessandra Sena del “Centro Soccorso Antiviolenza” dell’ospedale S. Anna di Torino, nel corso di una conferenza sulla violenza contro le donne ha messo in evidenza la mancanza di visibilità che è stata data a questo centro in cui una equipe di professionisti si occupa di offrire sostegno medico e psicologico alle donne che subiscono qualsiasi genere di abuso. La conseguenza è che solo un numero esiguo di donne si rivolge agli esperti dell’ospedale per avere un appoggio medico e psicologico.
Per far fronte a quella che per molti sta diventando un'emergenza di sicurezza è necessario aumentare le risorse alle forze dell'ordine -le uniche preparate e predisposte a fronteggiare con professionalità situazioni di questo tipo- e non lasciare che siano i cittadini, spesso non preparati e troppo coinvolti psicologiamente.
E' altresì importante dare visibilità alle strutture in grado di fornire assistenza alle vittime della violenza. Se le violenze si consumano in privato è difficile che vengano denunciate, per questo sono indispensabili campagne di sensibilizzazione al problema e aiuti più concreti verso chi ha il coraggio di denunciare il proprio aguzzino.
ciao ragazze, per prima cosa vorrei complimentarmi con voi perchè il vostro blog è davvero bello e trattate sempre di tematiche molto interessanti, come questo sulla violenza sulle donne. siete state molto brave a scrivere tutto ciò che riguarda l'argomento... continuate così perchè state facendo un ottimo lavoro... un bacio TERRY
RispondiEliminaCiò che desta rabbia e, mi permetto di aggiungere, “schifo” è che i delinquenti, coloro che abusano del corpo di una donna indifesa, la maggior parte delle volte, escono dal carcere impuniti e poco importa del danno fisico e psichico che hanno provocato sulla vittima che è costretta a portarsi addosso il “peso” della violenza per tutta la vita e chissà se mai riuscirà a fidarsi di un uomo e a ricostruire un rapporto sano e felice. Con questa situazione le poche cose che ci restano è pensare positivamente e cercare di far cambiare questa società "storta".
RispondiElimina(Federica Orlando)